Grotta Zinzulusa
Grotta Zinzulusa
Grotta Zinzulusa è il tesoro naturale più prezioso che Castro possiede. Visitata da 120.000 turisti all’anno, è fra i più importanti siti carsici del mondo.
Originata nel Pliocene, probabilmente a causa dell’erosione marina, la grotta è circondata da altri meravigliosi fenomeni carsici, quali Grotta Romanelli (ricca di reperti del Paleolitico), Grotta Palombara (famosa per la nidificazione dei colombi) e Grotta Azzurra.
È un vero e proprio scrigno di tesori, conservando molte testimonianze del Paleolitico, del Neolitico e dell’età romana, ora custodite nel museo di Maglie, oltre che fossili di vari animali come ippopotami, orsi, cervi, felini e uccelli.
Per la grande varietà delle specie animali e acquatiche che vi vivono e per il fatto che le ricerche geologiche siano ancora in corso in parte della grotta, il Karst Waters Institute (o KWI) ha inserito la grotta di Zinzulusa nella lista dei 10 sistemi carsici a maggior rischio, ai quali quindi è necessario garantire sufficiente tutela.
La grotta riveste una certa importanza anche a livello culturale. Nel 1968, vi furono infatti girate alcune scene del film di Carmelo Bene, Nostra Signora dei Turchi. Invece il poeta Armando Perotti (1865-1924) le dedicò alcune rime rimaste celebri: “Dormi nel tuo mistero o Zinzulusa! Noi lo tentammo questo tuo mistero con la religion di chi sospetta ch'oltre la realtà cominci il vero”.
La storia della Grotta Zinzulusa
La prima citazione della grotta si trova negli scritti del vescovo di Castro, Antonio Francesco del Duca, che in una lettera del 1793 fa una dettagliata descrizione del sito. Tuttavia, i primi studi iniziarono solo 150 anni dopo, nel 1950, e fu aperta al pubblico nel 1957.
In tempi più recenti è stato scoperto che esistono altri bacini non visitabili che allungano le cavità esplorate della grotta fino a duecentocinquanta metri e dove sono state scoperte nuove specie di fauna acquatica finora sconosciute.
La leggenda
La tradizione popolare narra che un tempo, vicino al luogo, vivesse il Barone di Castro, un personaggio tanto ricco quanto crudele e malvagio, che per la sua cattiveria lasciò morire la moglie di dolore e faceva vestire la povera figlioletta solo di stracci.
Un giorno, però, una fata buona si presentò al cospetto della bimba e le donò un vestito stupendo, stracciando quello vecchio e logoro che indossava. Gli stracci (in dialetto “zinzuli”) volarono spinti dal vento fino ad adagiarsi sulle pareti della grotta, dove si pietrificarono. Da quel momento, la grotta venne chiamata Zinzulusa. Il Barone, invece, venne scagliato dalla fata nel profondo delle acque sottostanti alla grotta, e laddove egli si adagiò, scaturirono delle acque infernali, creando il laghetto chiamato “Cocito”; i crostacei che assistettero a tale avvenimento rimasero accecati per sempre. La bambina si sposò con un principe ricco e buono e la sua vita cambiò per sempre.
L’origine del nome
Sull’origine del suo nome ci sono varie ipotesi: secondo alcuni deriverebbe dagli avvenimenti richiamati dalla leggenda, secondo altri, invece, dal nome greco e arabo di un albero che, un tempo, era molto diffuso nei luoghi: il Giuggiolo (detto “Zinzinusa”). Un’ultima teoria, la più acclamata, sostiene che il nome derivi dalle numerose stalattiti pendenti dalla volta dell’ingresso, simili ai brandelli di un abito logoro, chiamati nel dialetto locale “zinzuli”.
Grotta Zinzulusa, come arrivare
La grotta è situata lungo il litorale salentino tra Castro (LE) e Santa Cesarea (LE), a circa 20 km da Otranto.
È raggiungibile sia via mare partendo con un’imbarcazione dal porticciolo di Castro Marina o via terra, direttamente dal centro di Castro. In questo caso è possibile lasciare la macchina nel parcheggio a pagamento e raggiungere il piazzale Zinzulusa dove acquistare il biglietto per la visita guidata (che è obbligatoria) della durata di circa un’ora.
Un camminamento molto suggestivo incastonato tra la roccia e il mare conduce all’ingresso della grotta: una enorme bocca che dà la sensazione di addentrarsi nelle viscere della terra.
Grotta Zinzulusa
La grotta si sviluppa per circa 160 metri dalla bocca di ingresso ed è costituita da tre parti: oltrepassando un dislivello alto circa otto metri si accede alla “CONCA”, una caverna con base ellittica che si apre verso il tratto più lungo della Zinzulusa, detto “CORRIDOIO DELLE MERAVIGLIE”.
Un corridoio lungo attraversato da una selva di stalattiti e stalagmiti, che rifulgono nella penombra grazie alla copertura di salsedine che le riveste. Ad alcune di loro sono stati dati nomi di fantasia, come: il Baldacchino o pulpito di pietra, il Presepe, la Torre di Pisa e la Cascata. Lungo il corridoio si trova un piccolo lago di acqua dolce limpidissima mista a infiltrazioni di acqua marina, chiamato “TRABOCCHETTO”.
La seconda parte è costituita dalla “CRIPTA” (conosciuta anche come “DUOMO”), una caverna risalente al Cretacico, un tempo rifugio di centinaia di pipistrelli.
A metà Novecento un gruppo di operai ripulì la grotta alta 25 metri e ricoperta per 5,7 metri di guano ed usarono questo per creare un passaggio all’interno della stessa e per scrivere, in modo indelebile, i loro nomi sulle pareti rocciose.
La terza parte è costituita dalla parte sommersa della grotta: un lago sotterraneo detto “COCITO”. Le sue acque sono caratterizzate da una stratificazione: nella parte bassa sono calde e salmastre mentre in superficie sono dolci e fredde. Un gruppo di speleologi subacquei si è immerso nelle acque del laghetto ed ha proseguito per altri 200 metri in immersione, nella speranza di trovare una bolla d’aria per riemergere.
E’ stata rinvenuta, però soltanto una caverna, alta 15 metri, e totalmente piena d’acqua, più altri cunicoli che non è stato possibile percorrere.
Al suo interno sono state rinvenute grosse stalagmiti sul pavimento, che denotano un periodo di emersione, fossili viventi unici al mondo tra cui spugne ipogee Higghinsiaciccaresi e un particolare gamberetto cieco. Inoltre, in questo ecosistema particolarissimo, vive un granchio bianchissimo, il Thyphlocaris salentina, ultima varietà esistente di una specie estinta più di 200.000 anni fa.
Lo spettacolo continua anche all’esterno della Grotta Zinzulusa, dove il mare dal blu intenso è incorniciato da un’alta scogliera rocciosa e proprio qui è incastonata una piscina di acqua marina che si affaccia sull’Adriatico.
Tappa d’obbligo e tramonto da favola!
Info
Indirizzo: Piazzale Zinzulusa, 73030 Castro (LE)
Coordinate: 40.012213, 18.432619
Ufficio Informazioni Grotta Zinzulusa: 0836-943812
Ufficio Turistico Comunale - informazioni: 0836-97005
E-mail:
Sito web: www.grottazinzulusacastro.it
Orari
La grotta è aperta tutto l’anno (salvo imprevisti dovuti alle condizioni meteorologiche) e durante il periodo natalizio viene allestito all’interno un suggestivo presepe.